ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ

ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ
Και στα Κελλιά με χρώματα άσπρα και ήλιο μεθούν

sabato 3 febbraio 2018

LE PAROLE DEI GRECI ALLA GIORNATA MONDIALE DELLA LINGUA GRECA (9 febbraio 2108)

LE PAROLE DEI GRECI



Le parole dei greci è il tema della Giornata Mondiale della Lingua Greca del 2018.
I licei che aderiscono alla Maratona di Napoli IL GRECO FA TESTO nell’ambito delle manifestazioni solenni per la  Giornata hanno scelto parole della lingua greca molto pregnanti e attuali:
ΔΙΑΣΠΟΡΑΙ, ΘΑΛΑΣΣΑ, ΝΟΣΤΑΛΓΙΑ, ΠΑΡΡΗΣΙΑ, ΗΘΟΣ, ΗΘΙΚΗ, ΕΛΕΥΘΕΡΙΑ, ΠΑΙΔΕΙΑ, ΞΕΝΟΣ, ΜΑΝΙΑ, ΥΠΟΚΡΙΣΙΑ, ΔΡΑΜΜΑ, ΦΥΓΗ, ΑΔΕΛΦΟΣΥΝΗ, ΦΙΛΑΝΘΡΩΠΙΑ, ΟΜΟΝΟΙΑ, ΧΡΟΝΟΣ, ΕΡΩΣ, ΚΟΣΜΟΣ, ΡΑΨΩΔΙΑ, ΚΟΙΝΗ ΔΙΑΛΕΚΤΟΣ, ΜΑΘΗΣΙΣ, ΜΕΤΑΜΟΡΦΩΣΙΣ, ΟΝΑΡ.
Le parole servono a comunicare, a raccontare, leggere e interpretare  il mondo.
Le parole hanno una propria storia. 
Pensate che parole come ο ουρανός, η θάλασσα, ο ήλιος, η σελήνη, ο άνεμος si usano tuttora in Grecia, come ai tempi di Omero, Saffo e Archiloco, come ricordava il poeta Od. ELYTIS.
Le parole non le pοrta certo il vento.  
Sono gli uomini in movimento o in fuga (ΦΥΓΗ) che portano in giro per il mondo i loro sogni (ΟΝΑΡ) e le parole che conoscono.
Le parole sono potenti. 
Esse sono ‘poetiche’, hanno un potere demiurgico.
Hanno la capacità di plasmare nuove realtà. 
Vivono nel tempo (ΧΡΟΝΟΣ) e nello spazio. 
Si evolvono  e si trasformano (ΜΕΤΑΜΟΡΦΩΣΙΣ), finché sono vive e comunicative.
Esse sono capaci di creare nuovi linguaggi di comprensione reciproca (ΚΟΙΝΗ ΔΙΑΛΕΚΤΟΣ).
Esprimono sentimenti umani molto forti (ΕΡΩΣ, ΑΔΕΛΦΟΣΥΝΗ, ΦΙΛΑΝΘΡΩΠΙΑ, ΟΜΟΝΟΙΑ, ΝΟΣΤΑΛΓΙΑ).
La lingua greca è l’unica lingua che distingue ΑΓΑΠΗ da ΕΡΩΣ.
Le diaspore (ΔΙΑΣΠΟΡΑΙ) sono diaspore non solo degli uomini ma anche delle parole che veicolano le idee tra gli uomini che vengono in contatto, grazie ai continui flussi migratori.  
Le parole viaggiano con noi, favoriscono nuove conoscenze e competenze (ΜΑΘΗΣΙΣ), creano cultura (ΠΑΙΔΕΙΑ) con questo loro disseminarsi continuo in giro per il mondo (ΚΟΣΜΟΣ).
Il mare ΘΑΛΑΣΣΑ ha sempre favorito la mobilità degli uomini e la diffusione delle parole e delle idee.
Le diaspore creano innesti.
Con le parole che usiamo, con il modo con cui le diciamo, con i nostri silenzi, con le nostre opinioni, con le  intenzioni nascoste dietro alle parole, noi creiamo nuovi contesti per noi e coloro che ci circondano.
Del resto le parole esistono, vivono, si diffondono e si riproducono soltanto se ci si accosta con rispetto, dando loro la libertà (ΕΛΕΥΘΕΡΙΑ) di esistere e di raccontare  (ΠΑΡΡΗΣΙΑ) senza i vincoli dei nostri limiti umani, mentali ed etici (ΗΘΟΣ, ΗΘΙΚΗ).
Ci sono parole che aprono orizzonti e favoriscono nuove prospettive, parole che creano barriere, parole distruttive, parole che producono rotture e catastrofi, parole che possono distruggere o cambiare in meglio il mondo.
Parole che ispirano fiducia o sfiducia.
Noi le usiamo ogni giorno, oralmente o per iscritto. Conversiamo, scriviamo e-mail, trattiamo, poniamo delle domande, sollecitiamo risposte. 
Tuttavia spesso le usiamo inconsapevolmente, senza renderci conto dell’influenza che esse hanno su di noi e le persone che stanno intorno a noi e con le quali interloquiamo. 
Questa Giornata Mondiale offre anche l’opportunità di riflettere sulle radici antiche e profonde dei nostri linguaggi. 
Una delle parole scelte è ελευθερία che ha una etimologia suggestiva “andare dove si preferisce”. Vale a dire che l’uomo è ‘libero’ se ha la possibilità di un movimento libero da vincoli.
Questa iniziativa della Giornata è nata a Napoli nel 2014. 
La sinergia con i licei della Campania è stata una buona idea che ha permesso di arrivare all’istituzione della Giornata in Grecia (2017).
Questa iniziativa è cresciuta in questi ultimi anni moltissimo in Italia e in tutto il mondo. 
E posso dire che è una iniziativa che  fa bene anche ai licei classici, che stanno superando finalmente la temuta crisi armonizzandosi alla rivoluzione digitale in atto. 

La formazione informatica, può partire proprio dallo studio del latino e del greco, allenando il cervello  alle metodologie di decifrazione, come sostiene Giorgio Ventre, membro del comitato per il miglioramento dell’insegnamento e l’aggiornamento e attualizzazione dei programmi didattici, in una intervista per il Sole 24 Ore (31 gennaio 2018).

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